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Il neoeletto Comitato Scientifico dell'Istituto Nutrizionale Carapelli presenta i primi progetti scientifici

Il neoeletto Comitato Scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli – composto da illustri firme del mondo accademico della nutrizione – presenta i primi progetti scientifici. All’incontro anche il Presidente dell’Istituto, Pierluigi Tosato, che saluta con favore i nuovi studi. Lo scorso 27 ottobre si è riunito il nuovo Comitato Scientifico della Fondazione Onlus Istituto Nutrizionale Carapelli, alla presenza del Presidente, Pierluigi Tosato. Ricerca, sensibilizzazione ad un’alimentazione sana e solidi fondamenti scientifici sono sempre al centro della mission della Fondazione. “La qualità e il continuo miglioramento sono alla base della mission del gruppo, e la ricerca – in particolare nelle sue ricadute pratiche – è una via importantissima per questo obiettivo”. Così ha accolto i nuovi progetti Pierluigi Tosato, Presidente della Fondazione Onlus Istituto Nutrizionale Carapelli, alla riunione dello scorso 27 ottobre, quando si è riunito il nuovo Comitato Scientifico per illustrare alcuni progetti di ricerca relativi alle benefiche proprietà dell’olio e allo sviluppo del settore oleario. L’Istituto Nutrizionale nasce nel 2001 e sin dalle origini promuove la ricerca scientifica nel settore dell’olio di oliva e si occupa della divulgazione, sul piano educativo e culturale, della corretta alimentazione. Negli anni ha condotto, in partnership con università e istituti di ricerca italiani e stranieri, diverse ricerche sull’olio di oliva sotto ogni aspetto: chimico, sensoriale, agronomico, tecnologico estrattivo, umanistico, farmacologico, biochimico, nutrizionale.

Comitato scientifico Istituto Nutrizionale Carapelli (PRNewsfoto/Istituto Nutrizionale Carapelli)
Comitato scientifico Istituto Nutrizionale Carapelli (PRNewsfoto/Istituto Nutrizionale Carapelli)
Il nuovo comitato scientifico, composto da alcuni tra i massimi esponenti del mondo della ricerca italiana e  internazionale, sta svolgendo intensa attività di progettazione e ha attualmente implementato due filoni di progetto, il primo incentrato sull’innovazione tecnologica e analitica del settore di produzione dell’olio, il secondo sull’impatto dei nuovi studi sulla salute del consumatore. Presidente del Comitato è il prof. Michele Carruba, Ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e sicura autorità in ambito di nutrizione: vastissimi il suo curriculum accademico e le sue presenze istituzionali. Accanto al prof. Carruba altre importanti firme nell’ambito della scienza, della ricerca e della nutrizione: Maria Lisa Clodoveo, Ricercatore Confermato e Professore Aggregato presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie alimentari dell’Università di Bari; Nadia Mulinacci, Professore Associato di Chimica degli Alimenti presso il Dipartimento di Neuroscienze, Area del Farmaco e Salute del bambino dell’Università degli studi di Firenze; Gabriele Riccardi, Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso l’Università Federico II di Napoli con afferenza al Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia; Maurizio Servili, Ordinario di Scienze e Tecnologie alimentari presso il Dipartimento di Scienze agrarie Alimentari ed Ambientali dell’Università degli studi di Perugia; Francesco Visioli, Professore Associato di Nutrizione Umana e di Micronutrienti, Stress Ossidativo e Integratori presso il Dipartimento di Scienze tecniche dietetiche applicate dell’Università di Padova. “Sono felice che ci siano nomi così illustri a guidare i nostri studi – continua ancora Tosato – È importante che il sistema scientifico ed accademico sia al servizio della qualità e porti il nostro olio verso un miglioramento pratico e tangibile. Esso è un alimento prezioso per la salute di tutti e non va trattato come una semplice commodity. Per questo, unitamente al nostro forte impegno nella ricerca – ha aggiunto Tosato – il nostro gruppo ha deciso di puntare sul valore e sull’integrazione di filiera a livello internazionale.  Lavoreremo insieme al comparto agricolo per fare in modo che tutto il processo – dall’uliveto alla linea di produzione – sia rigorosamente controllato e vogliamo anche integrare le coltivazioni intensive con quelle tradizionali”.

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